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Claver Gold
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Tu per me sei l'America, nuova terra splendida Afferra 'sta canzone che può darti riparo se fuori nevica E quando uscirà il sole rimarranno solo le parole In rima sciolte insieme alla brina sopra le viole Tu non ci credi ma 'sta pantomima che parlo con le canzoni è sempre stato un mio handicap Freno la tentazione spinto dall'istinto della ragione Ma è il cervello che cancella, il cuore non dimentica Ci siamo spenti là Quando ogni giornata che passava era sempre più identica E adesso che mi volto corro controvento, contro il tempo Ma ti ho davanti agli occhi pure mentre sto dormendo Tu che eri la mia luce e adesso intorno è tutto nero Nessuno che mi cuce sulla pelle il mio sentiero La tua assenza che produce ogni giorno sto veleno E capire che è vero non riduce il mio desiderio Ti ho regalato una canzone Che ti ha riparato sotto quell'acquazzone Di parole finte in mezzo a mille persone Che ha provato a soffocare il nostro tizzone di verità Io che ti ho fatto da bastone Quando scivolavi tra perdono e rancore Ho lavato dalla mia pelle l'odore della passione Per dimenticare il tuo nome, necessità Tu resti muta di fronte al cielo che muta Tu sei l'urgenza di sempre, la mia esigenza assoluta Sei fantascienza venuta dal cielo, poi dissoluta nel gelo Sceso a Parigi che porta noi sottozero Caduta in basso tra gli uomini vili Tenuti in piedi da fili lunghi e sottili Come discorsi con cui mi raggiri Come vinili mentre perdevo via chili Ancora quei baci infantili, sono rapporti senili Barili di tufo greco per non badare allo spreco Che ora mi tuffo nel bieco profondo, grido e arriva solo l'eco Tu vieni meco, saprai guidarmi da cieco Io anche se steso sul suolo saprò ammirarti di sbieco Saprò spiegarti il magico segreto di quest'unione Saprò levarmi di dosso l'odore della passione Di perversione, pressione, di trasgressione, scissione Di corpi uniti dal fato stretto in un fiato rubato che fa Ti ho regalato una canzone Che ti ha riparato sotto quell'acquazzone Di parole finte in mezzo a mille persone Che ha provato a soffocare il nostro tizzone di verità Io che ti ho fatto da bastone Quando scivolavi tra perdono e rancore Ho lavato dalla mia pelle l'odore della passione Per dimenticare il tuo nome, necessità Questi accordi suonano dalle tue mani I ricordi non se ne vanno altrimenti non sarebbero tali Non rimarrebbero attuali per la mia testa mortali, per il mio cuore rivali Tu che sei il sangue tra questi squali Rimani la mia sirena nei mari, la mia pena, i miei mali Canto che mi spinge verso rotte inusuali Che mi costringe a starti accanto ogni volta che mi richiami Che stringe legami, lega le mani, leviga brani Brami per travestire quest'onda in uno tsunami Che affonda il mio sguardo fisso nell'abisso degli esseri umani Più mi avvicino, più t'allontani Non ti vedo più, beffo il destino Mentre tu plani stai cadendo giù Togli quella mano dal grilletto Arriva l'alba e scappo dal tuo letto Fuori fa freddo ma mi va bene lo stesso Apro piano la porta d'ingresso ma arrivi tu Ti ho regalato una canzone Che ti ha riparato sotto quell'acquazzone Di parole finte in mezzo a mille persone Che ha provato a soffocare il nostro tizzone di verità Io che ti ho fatto da bastone Quando scivolavi tra perdono e rancore Ho lavato dalla mia pelle l'odore della passione Per dimenticare il tuo nome, necessità
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