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Fitta
par
Caparezza
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Dopo il primo capitolo: risultati pochi, critiche di qua, apprezzamenti di là, il resto i soliti indifferenti ignoti Sarà che forse dovrei provare meno odio O sarà che se non fai un video qua non ti ascoltano proprio Io faccio musica, non cinema, e se anche mi vedessi in camera è realtà pura e in prima linea Tro-Troppa ipocrisia libera su ogni cittadina testata giornalistica. La loro informazione è effimera Hai tutto sotto gli occhi e non vuoi vedere, ma è tutto a posto, non preoccuparti, lascia fare Devi fidarti, sono qui per aiutarti Difatti fanno il cazzo che gli pare, per di più con i tuoi soldi; (’stardi!) Costruiscono parchi e non li aprono, e completano il lavoro lasciando pure che li distruggano Inoltre, ce-cerchi lavoro stabile? Raccogli un po’ di frutta, il gazebo te lo danno loro, basta chiedere Mattoni su mattoni, rifiuti delle lame nelle lame, gioielli comuni regalati ai privati Cinema e gallerie per un lavoro a brandelli, nel paese sofferente di liberi spazi E niente futuro per giovani e famiglie Serve una grande opera, una bandiera per chi non ha voce Combattenti a mani nude contro egoismi e mode passeggere, per tornare a navigare Pronte le scialuppe a caricare chi affoga nel deserto dell’indifferenza Del “si salvi chi può”, del “tengo famiglia” Ragione e sentimenti, scienza e coscienza Esistere vuol dire scegliersi sempre la propria barca Fondamentalmente, la situazione non è per nulla confortante Si cerca di scuotere, ma niente, è sconcertante Posso entrare nella mente di molta gente qui presente: «E ’stu scem’ chi cazz’ è?» «Ma di cosa parla?» «Ma come si permette!» Sono un normale cittadino votante, che utilizza ancora la libertà di parola Quella ci è rimasta, fortunatamente Evidentemente, preferisci zittire e riscuotere In parole povere: può piovere frequentemente, ma non per sempre Il giorno che chiuderemo gli ombrelli Toglieremo alla famiglia i gioielli e vi faremo il culo a brandelli Qua-Quanto siete belli! Vi credete pure esperti culturalmente Ma continuate a far profumare la merda della fondazione Valente Questa è mafia. Non ci credi? Chiedi a Borsellino O meglio, per fare prima, chiedetelo al vostro amato Pino Chie-Chiedetelo all’assassino di Carnicella, e al suo pianto vero come un’ancora a galla Nella città del mercato diffuso, l’abuso è diffuso e il voto di scambio è sempre il più amato Le bombe illuminano la notte e uccidono il mare I giovani partono, e si rottamano le barche Gli anziani, sulla banchina, cercano il tramonto nell’orizzonte abusato e violentato Nella città disinformata, la macchina del fango travolge il sogno del riscatto, e la cultura mafiosa vuole ancora governare È vero: non sono mostri, sono solo nostri Ok, ok, continuo A-Allineo versi con tematiche locali attuali per non farti sentire estraneo, ma non attenuo estremizzazioni come mio solito Sarò anche poco positivo, ma preferisco essere propositivo Navigo in acque pericolose Abbasso la cresta, se la coerenza sta in ’sti giovani democratici di destra La mia è politica anti-liberista, e non sono né di sinistra né comunista, sono anti-fascista, schiaffatelo in testa (capito?) La-La differenza sta in questo divario preciso: Tu filosofia da «Ciao, bella!», io filosofia da “ciao bella” invertito Ti invito al mio progetto, fìdati, non puoi mancare: Giò Madonnari sull’asfalto fresco sotto la villa dell’assessore Sensibilizzazione: tentativo secondo Qua non si molla. Vado avanti ben oltre il vostro classico chiacchierare Brava Molfetta, continua a far finta di nulla Io continuo a far finta che tu non faccia finta di nulla Quindi lasciami fare Che fitta allo stomaco Il re è lì, e il mare lungo E il lungomare, rally: sfrecciano burberi e Barbie Lounge bar, barbarie, non un’anima che fiata, ma quante arie Che fitta allo stomaco Nessuno ai concerti, migliaia alle giostre La Madonna, con l’oro addosso, addosso a loro, e pensano che sia fiera Io penso che siano fiere, inghiottite da un vuoto che non cambi Mi aggrappo ad un voto che non scambi Ma che fitta allo stomaco Città dormitorio, non una cameretta: una camerata Il sogno di un camerata, non il mio Io mi sento in guerra quando non trovo pace Perché amo Melphicta, perché odio Melphicta Perché ho Melphicta… allo stomaco
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